martedì 7 luglio 2015

Segnalazione di "Ombre" di Claudia D'Amico

 
 
 
 
Salve a tutti, lettori di Pagine delle nostre vite. Tra pochi giorni il blog andrà in vacanza. Prima di lasciarci, e di vederci presumibilmente dopo ferragosto, vi dono questa segnalazione. Si tratta della raccolta di racconti "Ombre", scritta da Claudia D'Amico e pubblicata da Lettere Animate. Conosciamola meglio :)
Sinossi: Ombre, la prima raccolta di racconti edita da LA di Claudia D'Amico, presenta al lettore tre diverse visioni della vita, legate attraverso un unico filo conduttore: il dolore, l'amore e la speranza. Racconti crudi e aspri, dai tratti drammatici, capaci di travolgere il lettore.
Una raccolta di racconti intensa, ricca di idee e colpi di scena. Un modo di scrivere diretto e accattivante, un filo conduttore sonoro che regala emozioni e riflessioni a chi legge. Un modo unico di interpretare la vita.
 
 
Titolo: OMBRE
Autore: Claudia D'Amico
Editore: Lettere Animate
Genere: raccolta di racconti
 
 
 

sabato 4 luglio 2015

Recensione "Perfect Sensuality" di Red Rose

Ciao, lettori di Pagine delle nostre vite. Oggi vi lascio la recensione di "Perfect Sensuality", un romanzo erotico edito da Lettere Animate. Devo essere sincero, non è il mio genere, partivo un po'prevenuto nella lettura, ma il romanzo di Red Rose (pseudonimo dell'autrice) nel complesso mi ha convinto. E adesso vi spiego perché :)

Spendiamo qualche parola sulla trama, prima di tutto. La storia inizia in America, e vengono presentati due personaggi, due avvocati tra i migliori del continente: Joe Stevenson e Thomas Klayton. Il primo di questi, detto "Lo squalo d'America", si reca in Brasile per curare un caso, e viene coinvolto in un pericoloso giro di prostituzione minorile, gestito da un ricchissimo petroliere verdeoro, Neshiville. Durante la sua avventura in Brasile Joe conoscerà Miguel, una delle vittime di Neshiville, e se ne innamorerà.
 Giungiamo, quindi, al primo punto saliente di quest'opera: si tratta di un romanzo omosessuale. E l'omosessualità, per parlare del primo merito dell'autrice, è trattata con sincerità. L'omosessualità non è né una malattia né una forma superiore rispetto all'eterosessualità. L'amore eterosessuale è del tutto identico a quello etero. C'è quello sincero, quello falso, quello interessato.
 Certo, non essendo omosessuale devo dire che le scene di sesso non mi hanno di certo eccitato. Devo però riconoscere che queste scene sono ben inserite all'interno della narrazione, e che, cosa non da poco, non sono mai volgari. Da notare, inoltre, che la storia non va avanti a furia di rapporti sessuali. Il romanzo, almeno a mio modo di vedere, è essenzialmente un thriller. All'interno del quale sono ben inserite le "sfumature" (dato che oggi va molto questo termine) di erotico.
 La trama regge. I personaggi, forse, in alcuni punti, appaiono invece un po'stereotipati. Una maggiore caratterizzazione avrebbe forse giovato ulteriormente al romanzo. La lettura procede sempre più o meno velocemente.
 Il vero punto debole dell'opera è l'aspetto grammaticale-sintattico. Punteggiatura rivedibile, troppi errori per trattarsi di semplici sviste ("Sì" affermazione scritti senza accento, "lì" avverbio di luogo senza accento, "Nè" negatorio senza accento e l'elenco potrebbe ancora continuare). Nulla che, però, non sia correggibile con un sano editing.
 In breve, "Perfect Sensuality" è un buon romanzo, che piacerà sicuramente agli amanti dei thriller e dell'erotismo LGBT, che con una buona revisione bozze può diventare un'ottima opera.
 Tre stelline e mezzo si confanno a quanto ho letto.

mercoledì 1 luglio 2015

Intervista a Mauro Colarieti, autore di "Costellazione di brufoli"

Buon pomeriggio a tutti, lettori di Pagine delle nostre vite :) Oggi intervistiamo Mauro Colarieti, autore di "Costellazione di brufoli", un romanzo edito da Lettere Animate sull'adolescenza e l'omosessualità. Ecco a voi quello che Mauro ci ha detto.


Ciao Mauro, e grazie per averci concesso questa intervista.

 Cominciamo a parlare di te, prima di tutto. Come ti sei avvicinato alla scrittura, e come ti è venuta l'idea per scrivere questo romanzo?

 L’approcciarmi alla scrittura è avvenuto qualche anno fa: semplicemente, mi ero stufato dei videogiochi. Sai, anche quelli che ti permettono di compiere delle scelte riguardo ai personaggi in realtà hanno degli schemi che non puoi togliere. Certo, nella scrittura ci sono la grammatica, la coniugazione dei verbi. Sono anche questi degli schemi, ma si può costruire di tutto da queste basi. L’ho imparato verso la quarta elementare. Sono un po’ tardo, lo so.

La storia nasce a caso, fondamentalmente mi trovavo su Tumblr su un photoblog che condivideva immagini di campi scout e montagne. Da lì ho cominciato a scrivere a ruota libera su Campus, la seconda parte del romanzo. Ero una macchinetta, digitavo sulla tastiera senza neanche guardare le lettere. Era una scrittura a ruota libera, e l’ho amata. Dal primo tentativo fino al manoscritto finale.

 

 Come sei venuto in contatto con la tua editrice, Lettere Animate?

 Dopo aver finito il libro, ho deciso di scaraventarlo sulle mail di un po’ di editori. Grazie al forum Writer’s Dream ho trovato nomi di case editrici molto interessanti, e la Lettere Animate mi è sembrata moderna ed ambiziosa, un po’ come il mio romanzo. Ci ho visto giusto: ora è stata acquisita dalla Boré SRL (quella di youcanprint.it), segno che LA si sta muovendo davvero bene nel mercato editoriale italiano, che non si trova esattamente in una condizione sublime al momento.

 

 Uno dei temi più importanti nel tuo romanzo è l'omosessualità. Tu stesso definisci gli Artisti del retrobottega "una vera e propria mafia di liceali gay". Hai mai la sensazioni che gli omosessuali vengano visti come una casta cattiva?

Abbastanza, a volte lo penso pure io. Cioè, parlare di gay come una casta è già di per sé un problema. La critica nel mio libro è, insomma, più particolare rispetto ai tipici attacchi verso gli omofobi: sono stufo di quelli che (quelli che credo sia fondamentale sottolinearlo, perché non sto generalizzando) tirano in ballo i gay in ogni situazione, facendo girare la propria vita attorno al proprio orientamento sessuale. Sul serio, dicono di volere l’uguaglianza, ma da come si espongono come “diversi” e “migliori”, si comportano davvero come una mafia. Va bene lottare per i propri diritti, ma spesso si dimentica che bisogna più che altro trovare il giusto equilibrio tra parità e diversità.

 

Nel romanzo enfatizzi una società in cui gli atteggiamenti omofobici vanno scomparendo e dove l’orientamento sessuale è un’etichetta sociale soltanto in apparenza. Credi che la nostra società sia avviata verso una maggiore accettazione dell'omosessualità?

Collegandomi a quanto detto prima, trovo ci sia un contrasto molto confuso. Da una parte vengono difesi fin troppo, i gay vengono visti come una razza superiore, perfetta; vengono gonfiati come dei palloncini, fatti vedere come dei geni del design e persone deliziose, buone, gentili. Dall’altra persistono movimenti idioti contro gli omosessuali (*coff coff* Festa della famiglia *coff coff*). Non capisco cosa ci guadagnino ad abbattere i diritti altrui? Tolgono qualcosa agli etero? No, allora perché provare tutta questa cattiveria per gli altri?

 

Capitolo musica. Nel romanzo sono presenti riferimenti a Mina, ai Cage the Elephant e altri ancora. Qual è il tuo rapporto con la musica? La ascolti quando scrivi?

La sto ascoltando anche ora, se può interessarti! Senza musica scrivo poco, quando sono ispirato è perché ho un nuovo album che mi accompagna di sottofondo. Adoro come le canzoni plasmino ciò che scrivo, mi esalta un sacco. Sempre in inglese, però, quelle in italiano faccio fatica ad ascoltarle perché capisco tutte le parole ed è veramente straziante provare a scrivere qualcosa mentre è come se ti “dettassero” altro. Con l’inglese me la cavo, sia chiaro, ma non ho difficoltà a non pensare a tradurre le frasi che escono dalle casse del mio computer.

 

Dal punto di vista tecnica, nella scrittura del romanzo utilizzi fino a cinque punti di vista. Ci sono altre tecniche, utilizzate o meno in questo romanzo, che ti ispirano?

Il romanzo a quattro mani. Vorrei davvero provare a lavorarci con qualcuno, ma non ho ancora trovato uno scrittore che mi ispiri una collaborazione (non che non siano bravi, assolutamente, o che io sia meglio di loro, ma non ho trovato qualcuno il cui stile potrebbe creare qualcosa di strano e particolare con il mio).

Anche scrivere sotto
forma di sceneggiatura è uno degli obiettivi che mi sto ponendo, ho iniziato da poco perché voglio andare a studiare Film Production in Inghilterra per l’Università. Poi, anche la scrittura sotto forma di flashback mi ispirava, e ho concluso un romanzo poco tempo fa utilizzando questa tecnica.

In generale, però, ho la testa piena di idee, come tutti penso, e mi piace metterle in pratica senza pensare a quanto siano difficili o altro. “Mi butto”, diciamo.

 

Nell'estratto del libro che ci hai lasciato scrivi:" Non vogliamo più far parte della costellazione adolescenziale, la costellazione dell’apparecchio per i denti, degli occhiali da vista e delle costole sporgenti.

Noi non siamo più parte della costellazione di brufoli; noi vogliamo andare oltre". Come hai vissuto tu, o stai vivendo, il passaggio dall'adolescenza alla maturità?

Mi sto arrendendo. Sai, fin da piccolo volevo essere adolescente e ora che sto crescendo mi sento triste. Penso che gli adolescenti saranno sempre una parte importante dei miei romanzi, film, videogiochi preferiti. E’ il momento delle scoperte, delle emozioni più forti. Sono davvero innamorato dell’adolescenza, staccarmene si sta rivelando molto difficile.

 

 I ragazzi, come scrivi tu, vogliono andare oltre. È per questo che, magari, a volte incorrono in comportamenti pericolosi?

Vogliono conoscere i propri limiti, senza dubbio. Il pericolo è qualcosa che attrae l’uomo dall’alba dei tempi, e quando pensi di essere giovane, immortale, di non aver bisogno di andare avanti... beh, sì, allora è ciò che rappresenta la tua domanda. Ci sono davvero tantissimi ragazzi con la testa sulle spalle, invece, ma di loro non si parla. Si parla dei telefonini che rubano la comunicazione verbale, dell’essere viziati, dei genitori che vanno a lamentarsi dagli insegnanti. Ci si lamenta di droghe, alcol e sesso. Insomma, si esagera e si generalizza. Non si può nascondere che certe cose facciano parte della mia generazione, ma non si può neanche definire la nostra come “gioventù bruciata”. Generalizzare è l’arma dell’asino, secondo me, e per quanto possa essere una risposta naturale e umana per “semplificarsi la vita”, bisogna sforzarsi di andare oltre a questi schemi. Come ci sono ragazzi che buttano giù pastiglie come fossero caramelle, ci sono anche quelli che si divertono a passare il sabato sera a ballare senza toccare nulla, o a guardare un film con qualche amico.

 

 Sapresti dipingere, a grandi linee, come vedi il futuro della nostra generazioni di adolescenti?

Sono un po’ preoccupato, lo ammetto. Passando per le scuole medie per nove mesi l’anno, vedo alcuni nuovi pre-adolescenti atteggiarsi da adulti. Non come facevano alcuni di noi: di più. Il modo in cui si muovono, in cui parlano, in cui si vestono. Ci sono ragazzi che fumano dalla quinta elementare, e li conosco. Sono ragazzi che vogliono essere rispettati e visti come “grandi”, ed è una cosa che si sta evolvendo a spirale a ogni generazione. Anche a molti di noi piaceva apparire adulti, liberi, e, come loro, non eravamo tutti così. Noi, però, guardiamo le foto di seconda media e ridiamo per come eravamo conciati. Loro si sono posti troppo bene, sono troppo grandi per vergognarsi di quel che erano. Ho paura che la loro adolescenza sarà priva di rimorsi, di sensi di colpa. Ho paura che penseranno di avere sempre ragione, che il cellulare sia più importante di un vero amico. Lo vedo anche tra i miei coetanei, e fa male sapere che anche in quella prima era così. Sono molto confuso da come stanno andando le cose, ma ho paura di arrivare a trent’anni e non capire niente dei miei figli, o della generazione 2030. Grazie a Dio, sarà il tempo a decidere, non io.

 

 Ringraziamo un'altra volta l'autore per la disponibilità e gli auguriamo il meglio per il suo avvenire, letterario e non.