Ultimamente mia madre ha intrapreso una dieta che la porta,
ogni mattina a colazione, a mangiare delle mandorle. Qualche giorno fa ne ho
assaggiate alcune, e le ho trovate buonissime. Così da qualche pomeriggio a
questa parte mi abboffo di mandorle e ho ben poco tempo per parlare: la mia
bocca è impegnata a masticare.
Che cosa significa
questo piccolo aneddoto? Molto semplicemente, che il silenzio è una cosa
davvero importante.
Bisogna imparare a
stare zitti, in alcune circostanze. Bisogna riconoscere le circostanze in cui è
necessario collegare il cervello alla bocca, prima di parlare. In passato sono
state combattute guerre feroci, sono stati versati ettolitri di sangue per il
sacrosanto diritto di parola. Avere il diritto di parola, però, non
necessariamente implica il dovere di dire la propria. Almeno, non subito.
Nel silenzio si
legge, e si apprende, con maggiore tranquillità. Si ascolta, e si impara, con
più ampia attenzione e profitti più alti.
Ma perché dico
questo? Perché ogni santa volta che succede un evento drammatico tutti i
cittadini del pianeta Italia sentono l'impellente bisogno di dire la propria.
Anche senza capire un cavolo dell'argomento in questione. Senza nemmeno aver
provato a capirci qualcosa, documentandosi cinque minuti su una Wikipedia
qualsiasi.
Ci sono gli attacchi al Bataclan e a Bruxelles?
Improvvisamente tutti diventano esperti di sicurezza e intelligence
internazionale.
C'è la Brexit? E
tutti si trasformano in esperti di economia e storia dell'integrazione europea.
C'è uno scontro fra
due treni sulla linea Bari-Barletta della Ferrotramviaria? Tutti provetti
ferrovieri, all'improvviso.
E'un atteggiamento
che pregiudica la qualità del dibattito pubblico, fondamentale, in una
democrazia. Inviterei tutti i sapientoni di turno a documentarsi per almeno 24
ore, dopo una tragedia, per poi esprimere la propria modesta opinione. Senza la
pretesa di aver ragione, magari.
Ma non ce l'ho
solamente con i comuni mortali. Me la prendo anche con i nostri rappresentanti
che, appartenendo giustamente a classici partiti o movimenti acchiappatutti, sguazzano in queste
tragedie come maiali nel fango dimostrando, per l'appunto, di essere degli
animali. Mi viene in mente Salvini, che si sfregava le mani dopo le esplosioni
in Belgio e, mentre la conta dei morti non era ancora terminata, già
propagandava contro l'Unione e, ovviamente, contro Renzi.
Ma penso anche ai
rappresentanti del Movimento 5 Stelle. Che non hanno perso l'occasione, forse
spinti anche dalla voglia di sfruttare la scia dei loro recenti successi
elettorali, per sputare in faccia al Governo marciando sui cadaveri delle
vittime dell'ultimo tragico incidente ferroviario. Tutto, ovviamente, quando
ancora nemmeno si sapeva il numero preciso di deceduti e feriti. Puntando il
dito, tra l'altro, contro l'argomento sbagliato. Ebbene sì: il problema che ha
causato l'incidente non è stato il maledetto binario unico (ma loro avevano davvero tanta fretta di esercitare il vostro presunto "obbligo di parola",non potevano aspettare dieci ore in più).
Volete sapere perché?
Fate silenzio e
leggete. Ascoltatevi. Documentatevi.
Mangiate mandorle.
Ma fatelo in silenzio.
I morti non vanno
disturbati.