domenica 21 febbraio 2016

Analisi della bufala: fra Umberto Eco, social network e democrazia


Qualche giorno fa, come sappiamo, è morto Umberto Eco. Non voglio esprimere opinioni su di lui come scrittore: di quello che ha scritto ho letto solamente "Il nome delle rosa" e l'introduzione agli "Esercizi di stile" di Raymond Queneau. Troppo poco, per azzardare un giudizio sulle qualità artistiche del professore.
 Eco, però, è stato anche un importante semiologo e filosofo. Qualche tempo fa fece discutere una sua affermazione. La riporto qua:"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli. Prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione degli imbecilli".
 Parole dure, quelle dell'intellettuale piemontese, che illo tempore alzarono un vespaio di polemiche.
 Ma l'aveva detta poi tanto grossa?
 Stando a quanto vedo ultimamente sui social network, credo proprio di no. Facebook, ad esempio, è letteralmente invaso da notizie bufala. Fra quelle recenti, la più divertente è senz'altro questa.

Vi state chiedendo se quello nella foto è Ezio Greggio? Perché sì, è davvero lui. Questa immagine è stata inizialmente condivisa su un profilo privato, e ha poi avuto la bellezza di 13266 condivisioni. Inutile dire che, recentemente, nessun poliziotto Carmine ha perso la vita inseguendo un clan di africani che aveva appena rapinato una famiglia di pensionati.
 E le reazioni dei soggetti che hanno condiviso la "notizia"? Indignate, ovviamente. Molti si sono accorti della colossale panzana, ma tanti altri no. In questo modo si è divulgato, in maniera ingiustificata e pretestuosa, l'odio verso una categoria sociale, quella degli immigrati.
 Ma di bufale come questa, sulla rete, ne girano tantissime. Sulle presunte dimissioni del Governo Renzi, sulla cessione di due regioni italiane alla Germania per pagare il debito pubblico (fantasiosa anche questa!), sulla cessione di acque territoriali italiane alla Francia (qui un fondo di verità in realtà c'è, ma la questione è troppa lunga da affrontare in un solo post). E l'elenco potrebbe andare avanti all'infinito.
 Ma da dove nascono queste bufale?
 Per quanto ne so io, le "fonti" di queste bufale sono di due tipi. Prima di tutto, esistono i siti dichiaratamente ironici, che prendono in giro le principali testate nazionali. Fra questi elenco i primi che mi vengono in mente: "Lercio"- caricatura di "Leggo" -, "Il Giomale" - caricatura de "Il Giornale" -, "Il fallo quotidiano" - caricatura de "Il Fatto quotidiano" - e "Il corriere del corsaro" - caricatura de "Il corriere della sera" -. Siti a mio modo di vedere estremamente simpatici e ironici, se solo se ne riconosca la natura sarcastica. Molti, infatti, prendono sul serio le notizie che divulgano questi siti. E qui sorge già un primo problema.
 E'tanto difficile realizzare che un sito che si chiama "Il fallo quotidiano" non è intrinsecamente credibile? La risposta naturale sarebbe no, non è difficile. Eppure molti ci cascano.
 Le bufale nascono, in primis, perché molto spesso il lettore non ha la cura, o la voglia, di accertarsi che le fonti siano affidabili. Perché frequentemente preferisce soddisfare la pancia, che il cervello.
 Esistono poi siti non caricaturali che, deliberatamente, divulgano notizie false: lo fanno anche per ottenere visualizzazioni facili e, da queste, visibilità e, a volte, profitti. Siti che, a mio modo di vedere, andrebbero chiusi. La falsa informazione dovrebbe diventare un reato. Tutti i principali pensatori dell'800 (mi vengono in mente, in primis, Fichte e Mill) si sono occupati del tema della libertà d'opinione e di parola. Fichte odiava la censura, che aveva ostacolato la pubblicazione di una sua opera e di una di Kant. Mill, da canto suo, riteneva invece che la libertà di coscienza fosse la madre di tutte le libertà: da essa deriva anche la libertà d'opinione. Ma da dove nasce, invece, il diritto di manifestare liberamente la propria opinione? Dal fatto che nessuno è detentore della verità assoluta e dalla credenza che, in politica, la verità venga a galla dal confronto e dalla somma di tante verità parziali.
 Ora, però, ci sarebbe da porsi un quesito di natura etica: la libertà di manifestazione dell'opinione può spingersi fino al punto di diffondere notizie false, spacciandole per vere?
 In ogni caso, adesso la risposta a questa domanda non ci interessa.
 Può succedere, quindi, che un lettore incappi in un sito non caricaturale che diffonda notizie false, o parziali. Cascarci, in questo caso, è forse ancora più facile.
 O forse no.
 Perché se è vero da un lato che i Social Network e Internet in generale hanno aumentato la possibilità di incappare in siti o in personaggi dalla dubbia moralità, è anche vero, dall'altro lato, che proprio Internet ci regala la soluzione al problema. La quantità di informazioni (vere e, soprattutto, verificabili e verificate) che si può trovare sulla rete è davvero sterminata.
 Allora mi sorge un dubbio.
 Un articolo dice che Renzi si sarebbe incontrato con la Merkel per cedere alla Germania due regioni italiane, in modo da poter pagare il debito pubblico italiano. A parte che la notizia in sé sembra già poco credibile, su Internet si trovano praticamente tutti gli atti legislativi emanati dalla nascita della Repubblica. Per smascherare questa bufala, tuttavia, non bisogna cercare leggi strane o sconosciute. Basta dare una lettura all'articolo 80 della Costituzione.
 Perché la gente non ha voglia di controllare la veridicità di un articolo e delle informazioni in esso contenute, prima di condividerlo? Tra l'altro esistono anche dei siti specializzati nella smentita delle bufale, tipo Bufale Un Tanto Al Chilo o Bufale.net. Ignoranza? Pigrizia? Istinto? Odio?
 Voglio spendere adesso due parole su quest'ultima tesi. Buona parte delle bufale riguarda categorie di soggetti che non godono di una buona reputazione nell'opinione pubblica: parliamo di immigrati, politici, imprenditori, presunti Nuovo Ordini Mondiali e complottismi vari. L'istinto del lettore a soddisfare i propri sentimenti e i propri rancori prevale così sull'ipotizzabile condotta ragionevole di verificare fonti e informazioni. La bufala, così, diventa un'appendice del populismo e della demagogia.
 La risposta a tutte quelle ipotesi, onestamente, non ce l'ho.
 Qui, però, ritorniamo all'affermazione di Umberto Eco. Internet dà voce a un esercito di cretini? Forse è vero. Cito di nuovo il semiologo:"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli. Prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività". La prima parte dell'affermazione, in sé per sé, è un po'imprecisa. Non sono i social media a dare diritto di parola agli imbecilli: consentire a chiunque di poter parlare è uno dei pilastri del nostro sistema democratico. Il secondo periodo, però, è dannatamente vero. I social media danno un'enorme risonanza a queste cretinate, risonanza che prima non esisteva. Una notizia falsa può essere estremamente pericolosa. Farla girare è un attentato allo Stato quanto far esplodere una stazione, perché le conseguenze della falsa informazione possono essere anche gravi.

Non credo, con questo mio articolo, di aver detto tutto il possibile sull'argomento. Non credo nemmeno di avere senza dubbio ragione, sono un essere umano. Se mi è sfuggito qualcosa, se avete idee diverse, segnalatelo pure nei commenti. La libertà d'opinione, quella vera, è sacrosanta.

sabato 20 febbraio 2016

Segnalazione "Solo a un passo dal tuo cuore", di Doranna Conti



Salve a tutti ragazzi. Oggi è un bel sabato, ma io lo passerò a studiare Filosofia Politica per tentare di dare l'esame ad aprile.Bel progettino, eh?
 Nel frattempo, voglio segnalarvi una nuovissima uscita, che potrà di certo piacere agli appassionati di romance e storie d'amore. Si tratta di "Solo a un passo dal tuo cuore", di Doranna Conti, romanzo pubblicato da Libro Aperto International Publishing.
 Quindi, bando alle ciance ed ecco a voi tutte le informazioni utili su questa opera.
 A presto!






Sinossi:
Eva è una ragazza determinata e con la testa sulle spalle, che ha abbandonato una vita agiata e sicura per seguire i suoi sogni e per guadagnarsi la sua indipendenza.
Lavora come traduttrice e frequenta un centro volontari dove un giorno fa il suo ingresso Mark, un uomo d’affari affascinante e seducente, condannato a un mese di servizi socialmente utili per aver guidato in stato di ebbrezza.
Mark è tutto ciò che Eva ha sempre detestato: è ricco, arrogante e pieno di sé e soprattutto, è abituato a ottenere tutto ciò che vuole.
La sua antipatia verso quell’uomo è istantanea e nonostante cerchi in ogni modo di allontanarlo, Mark sembra non avere intenzione di lasciarla andare.
Ormai ha preso la sua decisione: quella ragazza sarà sua e non accetterà un no come risposta.

Dati del romanzo:

Titolo: Solo a un passo dal tuo cuore
Autore: Doranna Conti
Anno: 2016
Genere: Romantic Comedy
Pagine: 218
Data di uscita: 18 febbraio 2016
Prezzo cartaceo: 14.00 €
Prezzo eBook: 1.99 €
ISBN cartaceo: 9781910442548
ISBN eBook: 9781910442555

venerdì 19 febbraio 2016

Recensione "Se hai bisogna chiama", di Raymond Carver

E'da un po'che non scrivo qualcosa qui sul blog. Quindi oggi ho deciso di lasciarvi la recensione di uno degli ultimi libri che ho letto:"Se hai bisogno, chiama", di uno dei pilastri della letteratura americana: Raiymond Carver.
 Si tratta di una raccolta di racconti. Non c'è da stupirsene: Carver è conosciuto come uno dei massimi scrittori di racconti dell'ultimo secolo. Questa raccolta, in particolare, assembla cinque storie giovanili e cinque pubblicate postume.
 Ero al mio primo Carver, e devo dire che le aspettative non sono rimaste (totalmente) deluse. Lo stile di ogni racconto è, come pronosticabile, molto asciutto, condito da un linguaggio diretto e da una massiccia presenza di sequenze dialogate. Non mancano, però, descrizioni di paesaggi incontaminati, fiumi, colline, praterie.
 Al centro di tutti i racconti di Carver, tuttavia, c'è un personaggio: l'uomo medio. I personaggi degli scritti di Carver, infatti, non sono mai degli eroi tragici. Da questo punto di vista emerge la differenza con un altro classico della letteratura yankee (che io adoro): Ernest Hemingway. All'interno della raccolta è presente persino un racconto che caricaturizza il torero-eroe tipico della letteratura di Hemingway. I protagonisti di Carver sono gli uomini della porta accanto, divorziati, lavoratori, piccoli negozianti, gente a cui finisce un pelo in bocca o che trasloca. Uomini di tutti i giorni, insomma, alle prese con faccende di tutti i giorni. Un altro aspetto dei racconti che ho letto è l'elevata semplicità delle trame. Non aspettatevi intrecci complicati e magnifici da Carver: non li troverete. Da un lato, Carver sdogana il mito della narrativa come tragedia, o come narrazione di grandi storie; dall'altro, però, alcuni racconti, proprio per questo motivo, possono risultare un po'noiosi. Sono lontani i tempi passionali e avventurosi del campanaro che si innamora (Vedi alla voce: "Notre-Dame de Paris, di Victor Hugo) o dello studentello universitario che compie un duplice efferato omicidio (Vedi "Delitto e Castigo, di Fedor Dostoevskij). In Carver tutto è semplice, dal linguaggio alle trame. Con la conseguenza che i racconti sono caratterizzati da una buonissima leggibilità e da una buona possibilità di immedesimazione nei panni dei personaggi, ma non riescono a trasmettere (almeno a mio modo di vedere) un pathos che ti porta ad esserne totalmente coinvolti.
 Quindi, in definitiva, una raccolta alla quale assegnerei tre stelline su cinque, e che consiglierei a chi non cerca necessariamente grandissimi emozioni nella lettura.