E dunque, siamo arrivati al 25 aprile. E buona festa della Liberazione a tutti, prima di tutto. Inutile dire che questo è un giorno importantissimo della nostra Storia, che merita di essere commemorato con la giusta importanza. Se oggi possiamo dire di essere liberi o, per lo meno, di non essere dominati, lo dobbiamo a tutti i nostri nonni che hanno combattuto e magari sono morti per la causa della nostra libertà.
Fatta questa giusta e doverosa introduzione, qualche mia piccola considerazione personale sulla ricorrenza. Ieri sera ero in pizzeria, e siccome nei momenti di silenzio ho la sgarbata abitudine di ascoltare quello che si dice agli altri tavoli, ho sentito questa discussione. Un uomo sosteneva che la memoria della Resistenza sia stata plasmata dalla sinistra molto rossa, e che quindi la memoria che noi conserviamo di questo evento non corrisponda alla realtà dei fatti.
Questa è una tesi che ho già sentito numerose volte. Non è un'opinione fascista, e dice una mezza verità. Una MEZZA verità, specifichiamo. Non sia mai che qualcuno mi scambi per un neofascista. Per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento, consiglio la lettura de Il sentiero dei nidi di ragno, di Calvino, romanzo sulla Resistenza molto lucido. In uno dei capitoli del libro (il nono, mi sembra) Calvino esprime tramite i pensieri di un personaggio il suo punto di vista sulla Resistenza e, in un certo senso, la demitizza. Questo il succo di quello che pensa Calvino: la Resistenza è stata sì un movimento per la libertà, al quale però hanno aderito tanti soggetti spinti da altri motivi. Come, ad esempio, un tentativo di scalata politica, puro spirito di avventura o il desiderio di sfuggire al braccio lungo della legge.
E d'altra parte, c'è chi, come Salvini (ma vabbè, preferisco non esprimermi su questo essere) sostiene che i partigiani siano stati un gruppo di criminali perché hanno compiuto delle violenze. A tutte queste persone io voglio porre una domanda: sapete citarmi un solo caso storicamente accertato di una guerra combattuta da una parte con i cannoni e dall'altra parte con le poesie?
C'è poi la questione di chi stava dall'altra parte, cioè chi combatteva per Salò. Ora, i morti sono morti, e in quanto tali non vanno bestemmiati o calunniati. Il presidente della Repubblica Mattarella ha espresso rispetto per questi deceduti ma ha sostenuto che "non bisogna confondere i due campi: da una parte si combatteva per la libertà e dall'altra per il dominio". E questo è vero, come però è anche vero che buona parte dei combattenti di Salò erano poveri cristi costretti a prendere le armi per non fare una fine peggiore.
Insomma, la Resistenza è un argomento storico che porta a galla opinioni molto divergenti.
E voi, qual è la vostra opinione sulla Resistenza?
E a prescindere dalle vostre opinioni in merito, ringraziamo i nostri avi che hanno combattuto per la nostra libertà e commemoriamoli come si deve.
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