E'da un po'che non scrivo qualcosa qui sul blog. Quindi oggi ho deciso di lasciarvi la recensione di uno degli ultimi libri che ho letto:"Se hai bisogno, chiama", di uno dei pilastri della letteratura americana: Raiymond Carver.
Si tratta di una raccolta di racconti. Non c'è da stupirsene: Carver è conosciuto come uno dei massimi scrittori di racconti dell'ultimo secolo. Questa raccolta, in particolare, assembla cinque storie giovanili e cinque pubblicate postume.
Ero al mio primo Carver, e devo dire che le aspettative non sono rimaste (totalmente) deluse. Lo stile di ogni racconto è, come pronosticabile, molto asciutto, condito da un linguaggio diretto e da una massiccia presenza di sequenze dialogate. Non mancano, però, descrizioni di paesaggi incontaminati, fiumi, colline, praterie.
Al centro di tutti i racconti di Carver, tuttavia, c'è un personaggio: l'uomo medio. I personaggi degli scritti di Carver, infatti, non sono mai degli eroi tragici. Da questo punto di vista emerge la differenza con un altro classico della letteratura yankee (che io adoro): Ernest Hemingway. All'interno della raccolta è presente persino un racconto che caricaturizza il torero-eroe tipico della letteratura di Hemingway. I protagonisti di Carver sono gli uomini della porta accanto, divorziati, lavoratori, piccoli negozianti, gente a cui finisce un pelo in bocca o che trasloca. Uomini di tutti i giorni, insomma, alle prese con faccende di tutti i giorni. Un altro aspetto dei racconti che ho letto è l'elevata semplicità delle trame. Non aspettatevi intrecci complicati e magnifici da Carver: non li troverete. Da un lato, Carver sdogana il mito della narrativa come tragedia, o come narrazione di grandi storie; dall'altro, però, alcuni racconti, proprio per questo motivo, possono risultare un po'noiosi. Sono lontani i tempi passionali e avventurosi del campanaro che si innamora (Vedi alla voce: "Notre-Dame de Paris, di Victor Hugo) o dello studentello universitario che compie un duplice efferato omicidio (Vedi "Delitto e Castigo, di Fedor Dostoevskij). In Carver tutto è semplice, dal linguaggio alle trame. Con la conseguenza che i racconti sono caratterizzati da una buonissima leggibilità e da una buona possibilità di immedesimazione nei panni dei personaggi, ma non riescono a trasmettere (almeno a mio modo di vedere) un pathos che ti porta ad esserne totalmente coinvolti.
Quindi, in definitiva, una raccolta alla quale assegnerei tre stelline su cinque, e che consiglierei a chi non cerca necessariamente grandissimi emozioni nella lettura.
Blog in cui si parla di attualità, cultura, libri e quant'altro. Il tutto gestito da uno squattrinato, disordinato, alienato studente di Scienze Politiche di Bari.
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