Quante categorie di romanzo esistono? Impossibile rispondere
con un numero preciso. Di certo esistono romanzi pieni di azioni e di suspence,
come quelli di Stephen King; e romanzi che invece si basano, più che
sull'avventura, sulla descrizione di luoghi e sull'introspezione psicologica dei
personaggi. Un'opera che, a mio dire, potrebbe rientrare in quest'ultima
categoria è Fiesta di Hemingway.
Ma perché tutta questa manfrina iniziale?
Se adorate King o, più in generale, i romanzi densi di
azione, "L'elefante è già in valigia" di Paola Casadei non vi
piacerà. Se, al contrario, avete amato Fiesta
o apprezzate, più in generale, i libri che descrivono luoghi e sensazioni,
allora il libro di Paola Casadei fa senz'altro per voi.
Questa, in soldoni, la trama. Giulia è sposata con Pierre,
un francese che viaggia tantissimo per lavoro. La coppia si stabilisce per un
lunghissimo periodo in Africa, e i loro figli crescono là. Quando la loro
figlia maggiore, Carlotta, è ormai adolescente la famiglia decide di
trasferirsi in Italia, in una non meglio identificata città della Pianura
Padana. Riuscirà Carlotta, vissuta per circa sedici anni in Africa, ad
integrarsi nel nuovo contesto?
L'autrice ha vissuto davvero in Africa, e ciò è lampante. La
Casadei non ha dell'Africa una conoscenza da turista, ma quasi da nativa. Sa
descrivere benissimo un tramonto nel Continente Nero, un safari, l'emozione che
si prova nel sentire il verso delle balene. E, soprattutto, l'autrice conosce,
e rappresenta alla perfezione, le contraddizioni economico-sociali di un
continente devastato dalle guerre. Le pagine del romanzo sono piene anche di
curiosità e piccoli aneddoti riguardanti alcuni Stati africani, che aiutano il
lettore ad immedesimarsi meglio nelle atmosfere di questi luoghi.
Ogni tanto, inoltre, appare anche una ricetta tipica: un
altro espediente per far recepire al lettore la cultura del luogo.
Personalmente, non essendo un grande appassionato di cucina, non ho molto
gradito interruzioni di questo tipo, che potrebbero comunque piacere ai patiti.
Ma in "L'elefante è già in valigia" c'è spazio
anche per altre tematiche. Come, ad esempio, i sentimenti. Uno dei primi
ragazzi che Carlotta conosce in Italia è Filippo. Ambientarsi in un contesto
del tutto nuovo, ovviamente, non è facile; Filippo aiuterà Carlotta a sentirsi
a proprio agio in classe, e quello che all'inizio sembra un semplice rapporto
di amicizia rischia di diventare ben altro. I social network inoltre,
ultimamente tanto denigrati, diventano lo strumento attraverso il quale
Carlotta si tiene in contatto con i suoi "vecchi" amici. Che poi è il
motivo per quei erano stati inventati; molti ne fanno un uso distorto, ma
questo è un altro discorso.
Il romanzo di Paola Casadei si caratterizza anche per la sua
quasi perfezione dal punto di vista stilistico-grammaticale. Ho letto altri
romanzi di autori esordienti (non molti, a dire la verità), e fino a questo momento
"L'elefante è già in valigia" mi è parso per distacco il migliore a
livello di pulizia della lingua. Certo, la forma non fa il contenuto, ma senza
dubbio aiuta ad esaltarlo.
In definitiva, quindi, "L'elefante è già in
valigia" è un romanzo nel complesso davvero valido, ma non per tutti i
palati. Se dovessi riassumere il mio parere con un numero, questo sarebbe 4 (su
un massimo di 5, si intende).
Nessun commento:
Posta un commento