sabato 30 gennaio 2016

Recensione "L'elefante è già in valigia" di Paola Casadei

Salve a tutti, lettori. Wow. Ho finalmente terminato gli esami della sessione invernale, la Kerber ha appena battuto la Williams e io sono contentissimo. Direi che è il momento giusto per lasciarvi la recensione di un bel romanzo. Si intitola "L'elefante è già in valigia", di Paola Casadei, edizione Lettere Animate. Buona lettura!



Quante categorie di romanzo esistono? Impossibile rispondere con un numero preciso. Di certo esistono romanzi pieni di azioni e di suspence, come quelli di Stephen King; e romanzi che invece si basano, più che sull'avventura, sulla descrizione di luoghi e sull'introspezione psicologica dei personaggi. Un'opera che, a mio dire, potrebbe rientrare in quest'ultima categoria è Fiesta di Hemingway.
Ma perché tutta questa manfrina iniziale?
Se adorate King o, più in generale, i romanzi densi di azione, "L'elefante è già in valigia" di Paola Casadei non vi piacerà. Se, al contrario, avete amato Fiesta o apprezzate, più in generale, i libri che descrivono luoghi e sensazioni, allora il libro di Paola Casadei fa senz'altro per voi.
Questa, in soldoni, la trama. Giulia è sposata con Pierre, un francese che viaggia tantissimo per lavoro. La coppia si stabilisce per un lunghissimo periodo in Africa, e i loro figli crescono là. Quando la loro figlia maggiore, Carlotta, è ormai adolescente la famiglia decide di trasferirsi in Italia, in una non meglio identificata città della Pianura Padana. Riuscirà Carlotta, vissuta per circa sedici anni in Africa, ad integrarsi nel nuovo contesto?
L'autrice ha vissuto davvero in Africa, e ciò è lampante. La Casadei non ha dell'Africa una conoscenza da turista, ma quasi da nativa. Sa descrivere benissimo un tramonto nel Continente Nero, un safari, l'emozione che si prova nel sentire il verso delle balene. E, soprattutto, l'autrice conosce, e rappresenta alla perfezione, le contraddizioni economico-sociali di un continente devastato dalle guerre. Le pagine del romanzo sono piene anche di curiosità e piccoli aneddoti riguardanti alcuni Stati africani, che aiutano il lettore ad immedesimarsi meglio nelle atmosfere di questi luoghi.
Ogni tanto, inoltre, appare anche una ricetta tipica: un altro espediente per far recepire al lettore la cultura del luogo. Personalmente, non essendo un grande appassionato di cucina, non ho molto gradito interruzioni di questo tipo, che potrebbero comunque piacere ai patiti.
Ma in "L'elefante è già in valigia" c'è spazio anche per altre tematiche. Come, ad esempio, i sentimenti. Uno dei primi ragazzi che Carlotta conosce in Italia è Filippo. Ambientarsi in un contesto del tutto nuovo, ovviamente, non è facile; Filippo aiuterà Carlotta a sentirsi a proprio agio in classe, e quello che all'inizio sembra un semplice rapporto di amicizia rischia di diventare ben altro. I social network inoltre, ultimamente tanto denigrati, diventano lo strumento attraverso il quale Carlotta si tiene in contatto con i suoi "vecchi" amici. Che poi è il motivo per quei erano stati inventati; molti ne fanno un uso distorto, ma questo è un altro discorso.
Il romanzo di Paola Casadei si caratterizza anche per la sua quasi perfezione dal punto di vista stilistico-grammaticale. Ho letto altri romanzi di autori esordienti (non molti, a dire la  verità), e fino a questo momento "L'elefante è già in valigia" mi è parso per distacco il migliore a livello di pulizia della lingua. Certo, la forma non fa il contenuto, ma senza dubbio aiuta ad esaltarlo.
In definitiva, quindi, "L'elefante è già in valigia" è un romanzo nel complesso davvero valido, ma non per tutti i palati. Se dovessi riassumere il mio parere con un numero, questo sarebbe 4 (su un massimo di 5, si intende).


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