Ma come? Non avevo detto che in questo periodo ero oberato di studio? Esatto, ma ciò non mi ha comunque tolto la possibilità di leggere un racconto breve che mi ha colpito veramente molto. Si tratta di "I due volti di Nuova Delhi", di Anna Rita Tranfici. Ecco a voi la mia recensione del libro :)
Esistono racconti brevi che sono in grado di lasciarti
emozioni più intense di un romanzo di centinaia e centinaia di pagine. Questo è
senza dubbio il caso di "I due volti di Nuova Delhi", scritto da Anna
Rita Tranfici e pubblicato da Lettere Animate. Un racconto che, pur nella sua
brevità, dimostra tutta la sensibilità e la maestria nello scrivere
dell'autrice.
Ma andiamo con
ordine.
La storia, come ben
si capisce dal titolo, è ambientata in India. Ora, chi scrive, o chi c'ha
provato almeno una volta, sa bene che il primo mezzo per attirare l'attenzione
del lettore è l'incipit. E l'incipit de "I due volti di Nuova Delhi"
colpisce subito.
"Kajal assaporò
il gusto amaro della vita proprio nel momento in cui essa le stava regalando il
suo frutto più dolce".
Due domande sorgono spontanee: qual è il
gusto amaro della vita nel racconto della Tranfici? E quale, invece, il frutto
più dolce? Partendo da quest'ultimo, diciamo subito che si tratta di una storia
d'amore. Kajal, la protagonista, si innamora infatti di un mercante di stoffe,
Kiran. I due si conoscono al mercato, quando il giovane, tagliando la strada
alla ragazza sulla strada che la riportava a casa, le consegna un pacchetto. Al
suo interno c'è della stoffa preziosissima, che Kajal non aveva potuto
acquistare. La storia d'amore nascosta dei due giovani comincia così.
E il gusto amaro? Non
lo sveliamo. Si tratta di un evento traumatico, che dipinge alla perfezione non
solo i due volti della vita, ma anche i due volti dell'India, una nazione
affascinante a metà strada fra il progresso filo-occidentale e l'ancoraggio
alle tradizioni millenarie.
E Anna Rita Tranfici
questa Nuova Delhi ce la fa vedere, anzi, ce la fa quasi toccare con mano, con
le sue descrizioni minuziose, che però non appesantiscono mai il filo della
narrazione. Linguaggio quasi perfetto, ho notato un unico refuso sicuramente
frutto di semplice distrazione. Certo, vale la solita regola per cui è
difficile affezionarsi ai personaggi quando i racconti sono così brevi, ma
questo non è un aspetto che mi ha guastato la lettura. Anzi, pur nella brevità
dello scritto, la forza di questo racconto sta proprio nella sua capacità di
rimanerti appiccicato addosso, una volta spento lo schermo.
Alla fine della
lettura, "I due volti Nuova Delhi" mi ha lasciato una certa
malinconia, per quello che racconta, e la consapevolezza che fra gli esordienti
italiani ce ne sono alcuni che meriterebbero spazi più ampi.
Un racconto al quale, se ne avessi l'opportunità, assegnerei 5 stelle su 5. Ma non ho ancora i mezzi grafici per una cosa del genere. Mi attrezzerò.
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